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sushi e anisakis: fate attenzione al pesce ‘fresco’ (crudo) !

pesce fresco e sushi = anisakis?

soprattutto perchè una cura farmacologica efficace, per chi si becca il parassita, non esiste!
L’infestazione da parassiti del genere Anisakis ha una variabilità stagionale con prevalenza nel tardo autunno e nell’inverno e non riguarda in modo uniforme tutte le specie ittiche.
L’aringa (Clupea harengus), lo sgombro (Scomber scombrus), il tracuro (Trachurus trachurus), il melù (Gadus potassou), il pesce sciabola (Lepidopus caudatus), il merluzzo (Merluccius merluccius), le acciughe (Engraulis enchrasicolus), la sardina (Sardina Pilchardus) e le triglie (Mullus spp) risultano essere le specie più frequentemente colpite.

Se avete voglia potete studiare la SEZIONE VIII (PRODOTTI DELLA PESCA) paragrafo D (REQUISITI RELATIVI AI PARASSITI) del REGOLAMENTO (CE) N. 853/2004 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO, 29 aprile 2004 (norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale): I prodotti ittici di seguito precisati devono essere congelati a una temperatura non superiore a –20°C in ogni parte della massa per almeno 24 ore; il trattamento dev’essere eseguito sul prodotto crudo o sul prodotto finito.
La normativa italiana che regola la somministrazione di pesce crudo o fresco è la Circolare 11 marzo 1992, n. 10. “Direttive e raccomandazioni in merito alla presenza di larve di Anisakis nei pesci.” (pubblicata in G. U.  62 del 14 marzo 1992), testo integrale cliccando qui

Ho già scritto vari articoli riguardo a sushi, pesce crudo ed anisakis.
Leggi anche i numeri, inquietanti, del commercio di pesce in Italia: su repubblica.

Dott Sabino Berardino: Dott Sabino Berardino Medico Chirurgo, a Firenze Specialista in Medicina Interna perfezionato in Ecografia ed Ecocolordoppler Vascolare Master di I livello in 'nuove tecnologie in Medicina - elearning'
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