Benvenuti a -110˚, obiettivo: alleviare o eliminare i dolori, curare patologie croniche a livello articolare o vertebrale, reumatismi e neurodermiti, ma anche stress e insonnia.
Si chiama crioterapia e parte dal principio che il freddo lenisce i dolori. Relegata per anni a terapia localizzata, adesso la crioterapia è diventata «total body» e, dopo le prime cliniche specializzate in Giappone, nate negli anni Ottanta, si sono moltiplicate anche nel Nord Europa le «camere del freddo»: in Polonia, in Germania, in Finlandia, in Russia più recentemente in Francia, Gran Bretagna e Austria, dove due delle cinque strutture sono a pochi chilometri dal confine italiano: a Bad Bleiberg, nel centro di cura Kurzentrum, a venti chilometri da Tarvisio e a Seefeld, all’hotel AlpenMed Lamm, a dieci minuti da Innsbruck. In Italia la crioterapia ancora non esiste, ma alcuni centri termali si stanno organizzando per proporre la nuova tecnica.
«La crioterapia è vietata a ipertesi e cardiopatici perché con il freddo l’organismo reagisce con una violenta vasodilatazione. Niente crio anche per le donne incinte» spiega il dottor Georg Kettenhuber. Superata la visita, il secondo step è la vestizione (o meglio, svestizione): costume da bagno, calze e scarpe da ginnastica, guanti, fascia per riparare le orecchie e mascherina da chirurgo per proteggere la bocca e il naso. E’ ora di entrare nella prima camera: -15˚ tanto per cominciare l’acclimatamento. Due giretti in tondo nella microstanza e si sguscia nella seconda attraverso un portellone stagno identico a quello dei maxi freezer delle macellerie. Qui il gelo non è uno scherzo: -60˚, e si sentono tutti.
Altra breve camminata e, superata la terza porta, comincia la vera terapia, a -110˚. Qui dentro è peggio dell’Antartide, dove la temperatura raggiunge «appena» i 90˚ sotto zero.
Lì dentro si può resistere fino a tre minuti e mezzo. Si ripassa poi attraverso tutte le stanze, ultima visita di controllo e poi meritato relax, al calduccio.
«La sensazione di sollievo che si prova dipende dall’azione combinata del freddo e di alcuni recettori nervosi che si trovano sulla pelle. In pratica quando fa freddo i recettori mandano un segnale al cervello del tipo Attenzione fa freddo, bisogna coprirsi. E’ un messaggio importante, che ha la precedenza sugli altri, compreso quello del dolore. In pratica il freddo blocca la strada ad altri stimoli nervosi in modo che questi non giungano a destina
da il corriere.it il video girato nelle “camere del freddo”
Mi torna in mente un gran bel libro che ho letto qualche anno fa: I racconti di Kolyma di Varlam Salamov: la sua esperienza dei campi di lavoro sovietici, in particolare la descrizione della sveglia e del cristallizzarsi del respiro a causa del freddo intenso sono stupefacenti; ancor più stupefacente è che si possa raccontare – essendo sopravvissuti – vissuti di questo tipo che ora diventano cura per selezionate categorie di malati.
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scusami ma a scrivutto sbagliato che la crioterapia ( reagisce con una violenta vasodilatazione) ? voi dire una vasoconstrizioni dei vasi justo opurre non.
BRASILE FISIOTERAPIA