Ricordo con chiarezza l’episodio, quando venne alla luce: una biologa, nel febbraio 2007, per un errore di trascrizione dei risultati delle analisi, dette il via ai trapianti degli organi infetti da HIV.
Al processo, unica imputata per lesioni colpose gravissime, è la biologa di Careggi. Ma, per i due legali «il dibattimento dovrebbe anche chiarire eventuali ulteriori responsabilità oltre a quelle dell’imputata, in relazione al protocollo delle procedure sui trapianti che è stato modificato immediatamente dopo quanto accaduto, ponendo all’attenzione dell’operatore cinque cautele, tra cui il ricorso alla procedura informatica per il trasferimento dei risultati delle analisi. Se se ne fosse seguita anche una sola si sarebbe evitato quanto successo». Il processo riprenderà il 30 settembre. «Attualmente non è stato ancora quantificato il risarcimento da parte dei legali dei pazienti. Si ritiene che questa situazione sia conseguenza di una oggettiva difficoltà nella quantificazione del danno causata dall’assenza di precedenti da utilizzare come riferimento. È incorso un complesso percorso, ben noto a tutte le parti, per arrivare a una corretta definizione della vicenda». L’ Aou di Careggi «in assenza di una richiesta da parte dei legali, oltre a corrispondere un immediato anticipo di 150mila euro, per ciascun paziente, fatto inedito in rapporto all’unicità del caso, e a costituirsi spontaneamente come responsabile civile, è costantemente impegnata nel dialogo con l’assicurazione e con le parti per arrivare ad una soluzione concordata».