I medici di famiglia non sono contrari ad un intervento che punti a razionalizzare la spesa per gli esami diagnostici che oggi “si prescrivono più del necessario“.
A dirlo è Giacomo Milillo, segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), che dal congresso del sindacato in corso a Villasimius (Cagliari), commenta la proposta sui nuovi Livelli essenziali di assistenza di cui ha parlato oggi al congresso l’assessore regionale della Toscana, Enrico Rossi.”Sappiamo – spiega Milillo – che come 20 anni fa c’era una prescrizione di farmaci eccessiva, oggi esiste una prescrizione non appropriata di indagini diagnostiche. Una questione che non è stata mai affrontata anche perché si tratta di una voce di spesa non immediatamente controllabile”. Per Milillo “si prospetta nella diagnostica un processo di razionalizzazione che c’è stato già in passato sui farmaci. La nostra speranza e il nostro impegno è che questo non si trasformi in un sovraccarico burocratico, che sarebbe negativo rispetto all’obiettivo di razionalizzazione che pure è necessario”. Secondo il segretario del sindacato medico, “se dal taglio sulla diagnostica proposta dai Lea dovessero derivare criteri semplici che il medico adotta, allora penso che possa essere positivo. Se invece, in nome della riduzione della spesa, dovesse cominciare un percorso come quello della Cuf e dell’Aifa, adottato per la farmaceutica, noi esprimeremo il nostro dissenso ovviamente rispetto al metodo più che sul merito”.