un aperitivo al volo

mi telefona un mio amico e collega, inaspettatamente: ci siamo conosciuti molti anni fa quando entrambi frequentavamo l’università, prima di iniziare a studiare per la specializzazione.
Ora io lavoro a Firenze, lui nell’ospedale (nuovo) di Avellino; di passaggio a Firenze mi contatta per farmi un saluto ed io ne approfitto, essendo libero, per incontrarlo di persona e far due chiacchiere al volo: una mezz’oretta di amarcord inatteso e ben gradito a fine giornata lavorativa.
Di fronte ad un buon bicchiere di vino, in una delle mie enoteche preferite di Firenze, chiacchieriamo e c’aggiorniamo e lui scopre che a me termina un contratto che – per quel che se ne sa al momento – non verrà rinnovato (e non sarò rimpiazzato, per quanto è dato sapere: abbiamo calcolato che oltre 30mila prestazioni/anno, a causa del mancato rinnovo del contratto a tutto il gruppo di lavoro, verranno a mancare alla disponibilità del CUP metropolitano; una goccia nel mare delle centinaia di migliaia erogate annualmente nella Regione Toscana? Vedremo le liste d’attesa come reagiranno . . . ) ed io scopro che da quando è entrato in ospedale, svariati anni fa, sono già andati in pensione, nel suo reparto, più medici di quelli che furono assunti assieme a lui e quindi sono già sotto organico; non si vede, a breve, traccia di neo-assunti . . .
Non è un caso isolato: leggete l’articolo di Michele Bocci su repubblica.it

3 commenti su “un aperitivo al volo

  1. Mercoledì sono andata al PS di SMNuova a prendere un malato per un trasferimento. Sembrava di essere alle code per le svendite: gente ovunque, ambulanze che continuavano ad arrivare e medici e infermieri che saltavano da un box all’altro, da una persona all’altra, chiaramente in troppo pochi per tutta quella marea di gente.
    Sarebbero queste le idee per eliminare gli sprechi ?

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