Andare a letto e ripiombare, nel cuore della notte, nelle sensazioni – indescrivibili, solo chi ha vissuto può capire – di quando avevo tredici anni ti mette di uno strano, inaspettato, umore domenicale . . . .
Svegliarsi alle 4 di notte a causa di una scossa di terremoto (non forte: chi ha sentito la mia, sa di cosa parlo) e decidere: vado a fare una passeggiata, come uno psicopatico, per stare in strada e placare l’angoscia (ne arriverà un’altra, più forte? Sto per morire, ora?) o provo a tentar di dormire di nuovo non è un bel modo di iniziare la giornata di domenica (comunque migliore di quelli che, essendo al lavoro, sono morti) . . .
Ah, tra l’altro, non so se ve ne siete accorti ma se v’avesse a chiappà il terremoto o l’alluvione o qualche bella sfiga catastrofica bisogna che sappiate che ce la si deve cavar da soli: soldi non ce ne sono più!
Colgo l’occasione per sottolineare, se ce ne fosse bisogno, la lungimiranza dei nostri governanti (tutti) che si sono alternati negli ultimi decenni: Oltre 500 strutture sanitarie sorgono su un territorio ad alto rischio idrogeologico come si evince dal Rapporto sullo stato del territorio italiano elaborato dal Centro studi del Consiglio nazionale dei geologi da cui si scopre anche che in Italia un milione e 260 mila edifici sono a rischio di frane e alluvioni.
E, guarda caso, in una situazione critica, a causa della già citata lungimiranza, per precauzione si evacua l’ospedale di Mirandola (200 posti letto) !