visito un paziente, ricoverato in attesa di intervento chirurgico, e scopro che ha fatto – non molto tempo fa – lo stesso esame che sto effettuando io, come da richiesta dei chirurghi.
Viene fuori una storia complessa: a febbraio ha fatto lo stesso ecocolordoppler che devo fare io, esame che avrebbe dimostrato la presenza di una stenosi critica (testuale, come riferito dal paziente: mi ha dato per spacciato) per cui è stato poi richiesto un approfondimento – da parte del suo amico Professore Universitario Chirurgo – approfondimento che ha confutato le conclusioni del collega dopplerista con insindacabile Giudizio da parte del Professore: un collega che, probabilmente alle prime armi, non sapeva bene quel che faceva.
Io ho effettuato l’esame avendo ben due esami di approfondimento (TC ed angiografia) tra le mani, uno dei quali recente, quindi avevo la strada evidentemente in discesa.
Ho comunque insistito affinchè il paziente mi facesse vedere il referto dell’esame che ha poi scatenato la corsa all’approfondimento e ho scoperto, con sorpresa, che il collega alle prime armi è uno con cui ho fatto la specializzazione, collega che so esser molto scrupoloso e pignolo; inoltre le mie conclusioni erano praticamente sovrapponibili alle sue (un classico caso di esame – diciamo così – non univico chè i criteri per definire una criticità sono duplici e possono, talora, esser discordanti).
Di fatto il paziente era andato a fare l’esame a pagamento – in forma privata, è capitato con questo collega che non conosceva la cui unica colpa (forse) è stata di non esser chiarissimo (sottolineo, forse) con il risultato di esser stato etichettato come un pivellino alle prime armi (laddove io so per certo che è un professionista scrupoloso e preparato, ed avendo ricostruito – referti alla mano – il percorso diagnostico so anche che tutto sommato la sua azione diagnostica è formalmente corretta).
Della serie, massima attenzione sempre . . . .