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BRUNELLO ANNO ZERO

Montalcino vive anni di grande fermento enologico e come sempre accade in questi casi le opinioni non sempre convergono. D'altronde i Toscani, sin dGiancarlo Pacenti (a sinistra) e Filippo Fanti (sulla destra).ai tempi dei Guelfi e dei Ghibellini, non hanno mai amato far fronte unico, gelosi ognuno della propria individualità. A Montalcino si discute oggi del futuro del Brunello: da una parte ci sono gli innovatori che puntano sull'uso della barrique e su una maggiore bevibilità immediata dei loro vini, dall'altra i tradizionalisti che non vogliono sentir parlare di legni piccoli e difendono strenuamente la tradizione sostenendo che il Brunello in gioventù deve essere tannico ed acido perché solamente così può reggere il peso degli anni. Per capire il futuro del rosso più famoso di Toscana abbiamo chiamato a Firenze due dei produttori più quotati del momento, Giancarlo Pacenti, il golden boy della viticoltura ilcinese, e Filippo Fanti, vulcanico Presidente del Consorzio oltre che valente viticoltore.

Ovviamente non solo chiacchere per allietare la serata, svoltasi lo scorso Venerdì 2 Febbraio 2002 nelle accoglienti sale della Vinoteca Al Chianti di Bottai (zona Firenze Certosa). In apertura della degustazione, a far da insolito api bicchieri attendono i nostri soci degustatorieritivo, il Rosso di Montalcino, annata 2000 per Pacenti ed annata 1999 per Fanti. I partecipanti hanno dunque avuto modo di testare in anteprima i rispettivi Brunelli 97' prima di passare ad alcune "rare perle" dal passato di questi due bravi produttori. Si iniziava il percorso a ritroso nel tempo con la riserva 1995 di Fanti, vino premiato da varie guide del settore che ancora una volta si è riconfermato su altissimi livelli. Quindi la volta di Giancarlo Pacenti con una magistrale interpretazione della difficile annata 89, un Brunello che ancora oggi fa sfoggio di un naso incredibilmente fresco giocato su ricordi di frutta rossa e nera particolarmente vivi. A chiudere il 1987 di Fanti, un vino di stampo tradizionale, per stessa ammissione del produttore, ma di fascino con eleganti note terziari proprie di un grande sangiovese in purezza.

Lungi dall'essere una degustazione panoramica sulle bottiglie in degustazione"didattica" e formale, i produttori si sono a lungo intrattenuti ai tavoli dove i nostri soci non hanno risparmiato loro alcuna domanda, anche la più cattiva. Per oltre due ore si è parlato di nuovi vigneti, rese per ceppo, sangiovese e non solo di barrique come elemento discriminante del "nuovo Brunello". Alla fine ne è uscito un quadro incoraggiante per Montalcino. I produttori, bruscamente risvegliatisi dopo i primi accenni di crisi, si sono finalmente rimboccatile maniche ed in molti puntano decisi verso la qualità. Per tutti gli estimatori del Brunello una certezza: presto questo vino tornerà a gareggiare per il ruolo di leader dei rossi di casa nostra.

Brunello Anno Zero | Appunti della serata

Testi e foto: Daniele Bartolozzi

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