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La
sala di degustazione
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Giuliano
stappa
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Corino,
Molino, Veglio e... Bosticco
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Ore 16.15:
dopo tante chiacchere iniziamo ad aver sete. Apre la serie dei vini in
degustazione il delizioso DOLCETTO 99 di Grasso. A turno, salgono in cattedra
Daniela Veglio, Giuliano Corino e Mauro Molino, caratteri meno estroversi
rispetto al fiume in piena a cui può essere paragonato Elio Altare, ma
idee chiare e tanto, tanto amore per il loro lavoro. Tre splendide BARBERA
danno piena dimostrazione della nobiltà del vitigno e della sua flessibilità:
piacevole e “beverina” dopo qualche mese in acciaio inox (BASE 99 di Mauro
Veglio) oppure ricca e complessa dopo l’affinamento in legno (ovviamente
per le uve migliori come nel caso del VIGNA POZZO 98 di Corino e il GATTERE
97 di Mauro Molino). Il passaggio di consegne tra barbera e nebbiolo avviene
grazie al LANGHE LA VILLA 97 di Elio Altare, un eccellente blend delle
due uve. |
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Ore
16.45: è arrivato il momento più atteso della degustazione, scendono
infatti in campo i cinque cru di BAROLO: GATTERE 96 (Molino), CIABOT MANZONI
96 (Grasso), VIGNETO ROCCHE 96 (Corino), ARBORINA 96 (Altare) e GANCIA
96 (Molino) si susseguono nei bicchieri. |
Ogni vino ha ovviamente
caratteristiche proprie, in funzione del cru di provenienza e del diverso
tipo di maturazione ed affinamento. Esistono però elementi comuni che
quasi li rendono “fratelli”: l’armonia, l’equilibrio, l’eleganza e, fatto
assolutamente non trascurabile, la loro eccellenza. |
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Elio
arringa la folla
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I
doni
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