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CENE ARCIGOLOSE:
ARNOLFO A COLLE VAL D'ELSA
NOTE DI DEGUSTAZIONE
Il CASTELLO DEL TERRICCIO è un'azienda relativamente giovane, posta in un territorio incastonato tra le province di Livorno e Pisa, in località Le Badie nel comune di Castellina Marittima. La consulenza enologica è affidata a Graziana Grassini per i vini bianchi, ed a Carlo Ferrini per i rossi. La produzione si riassume in cinque etichette: Con Vento (Sauvignon), Rondinaia (Chardonnay, in prevalenza), Saluccio (Chardonnay, vinificato in legno), Tassinaia (Cabernet-Merlot, ed un pizzico di sangiovese) e Lupicaia (Cabernet-Merlot). Quest'ultimo ha conquistato i Tre Bicchieri della guida Vini d'Italia, edita dal Gambero Rosso Editore ed Arcigola Slow-Food, nelle edizioni 1993,1995,1996, 1997, e, notizia di pochi giorni fa, anche con l'ultima uscita, il 1998.
Veniamo alla degustazione:
LUPICAIA
1997 E' la grande sorpresa. Ce lo aspettavamo ottimo, ma non così pronto:
colore pieno, rubino con evidenti sfumature porpora. Al naso è estremamente
ampio e complesso, con le note balsamiche di apertura che si integrano benissimo
con i frutti neri, ribes e more, e con le note speziate del cacao. Sotto
l'aspetto gustativo, buono l'ingresso ma ancora più convincenti il centro
bocca ed il finale, dotato di una straordinaria persistenza. Un vino di
carattere, di perfetto equilibrio e con un tannino di qualità formidabile.
Eccezionale già oggi, ma con tanti anni davanti a se. VOTO 92
LUPICAIA 1996 Qualche leggera nota di riduzione in apertura che tuttavia
scompare dopo pochi minuti di ossigenazione. Rispetto al "fratello" 97 il
naso ha forse meno frutto ma è ugualmente ampio e molto fine. In bocca esprime
il meglio di se: potente ma elegante ha una chiusura dolce di frutta che
non finisce mai. Ne abbiamo goduto oggi ma, ne siamo certi, avremmo avuto
uguale soddisfazione stappandolo nel 2005! VOTO 90
LUPICAIA 1993 Nonostante l'età e l'annata non tra le migliori ( non
per questo deludente...), il vino conserva ancora un colore vivo e carico
con un'elegante unghia granata. Il naso vira verso sentori di sottobosco,
conservando le tipiche note di eucalipto e mentolo, fuse con la fine speziatura.
In bocca non ha cedimenti, entra in punta di piedi per poi piazzare una
incredibile progressione. Anche in questo caso grande personalità ed eleganza.
Sicuramente una maggiore ossigenazione, magari caraffandolo un'oretta prima,
lo avrebbe ulteriormente migliorato. VOTO 88
Per concludere, ringrazio la calorosa accoglienza dei fratelli Trovato, la disponibilità di Penny Murray, consulente del Castello del Terriccio, la preziosa collaborazione di Daniele Bartolozzi, Maurizio Salvadori ed Alberto Mannori nel commentare insieme la degustazione, nonchè gli altri soci arcigolosi che hanno partecipato alla serata e contribuito al suo successo.
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