| Chi siamo | Il mese corrente | Corsi | Associati | Novità | Links | Contatti | Cronache |

Sapore di mare: Lorenzo a Forte dei Marmi

Eccoci dunque alle note di degustazione per le sei annate di Terre Alte. Il nostro viaggio è iniziato con il 1998, l'ultima in commercio (il 1999 a febbraio 2001 stava ancora affinando in cantina), e si è concluso con uno splendido 1992, in forma perfetta nonostante la non giovanissima età. Ma andiamo per gradi (alcolici?)... Grazie a Maurizio Salvadori, Alessandro Frassica, Guido Ricciarelli ed Alberto Mannori per aver collaborato all'opera. Si è unito a noi Saverio Petrilli, enologo della Tenuta di Valgiano.

 

Saverio Petrilli, enologo della Tenuta di Valgiano, discute i vini con Alberto e Maurizio

 

TERRE ALTE 1998
Probabilmente chi lo assaggia oggi si chiede come mai non gli sono stati assegnati i tre bicchieri. Colore paglierino carico, naso delizioso, ampio, elegante e molto intenso. In bocca gode di un perfetto equilibrio tra componenti dure e morbide. Ottimo l'ingresso e lunga la persistenza. Un vino elegante, ancora giovane ma che già oggi si lascia bere molto volentieri. Darà il meglio di se tra 2-3 anni.
VOTO 91/100

TERRE ALTE 1997
La struttura è superiore a quella del 1998, ma, come recitava un noto spot televisivo, "la potenza è nulla senza controllo". Il naso stenta un pò ad aprirsi: le note del sauvignon sono comunque avvertibili e molto mature (senza alcun cenno vegetale). La bocca è piena con una finale ammandorlato leggermente caldo (Elda, quanti gradi aveva il tocai 97 usato per il taglio?). Un vino potente a cui, a voler essere fiscali, manca un briciolo di eleganza per essere perfettamente armonico.
VOTO 88/100

 
: la commissione d'assaggio al completo (manca solo Daniele, il fotografo) posa prima della verticale
 

TERRE ALTE 1996
Il 1996 è oggi quel che sarà, a nostro parere, tra qualche anno il 1998. Le tonalità del colore virano sul dorato brillante. Il naso, di grande ampiezza e dolcezza, insiste su note di frutta tropicale, nocciole ed erbe aromatiche. La bocca conserva una vena acida gradevolissima che rende il vino vivo e ben equilibrato. La chiusura è su grandi livelli, sia per lunghezza che per piacevolezza. Ci sbaglieremo, ma questo vino ha davanti a se ancora diversi anni di vita.
VOTO 91/100

TERRE ALTE 1995
La bottiglia (forse quella, e non l'annata) che maggiormente risente degli acciacchi della vecchiaia. Il colore dorato carico ha perso un pò della sua vivacità. Il naso si caratterizzata per note di mandorle amare, fiori bianchi e vaghi cenni minerali non perfettamente a fuoco. La bocca è un pò vuota: ingresso, centrobocca e persistena non convincono appieno, specie se confrontati a quelli del 1996. Da bere oggi con buona soddisfazione.
VOTO 84/100

TERRE ALTE 1993
Saltata l'annata 94 (storta un pò per tutta Italia, Friuli compreso) eccoci al 1993. Il colore dorato carico di buona vivacità ben predispone all'assaggio. Il naso esprime subito note terziarie di discreta intensità e di pregevole finezza. Morbido e rotondo al gusto, conserva ancora una sottile vena acida. Bello l'ingresso e buona la persisteza. Pronto da bere senza magari ulteriori margini di miglioramento.
VOTO 89/100

TERRE ALTE 1992
Che sorpresa!! Un vino che ha letteralemnete conquistato la nostra commisisone d'assaggio. Chapeau!! Chapeau, per il suo colore dorato brillante. Chapeau, per il suo naso che conserva vivi ricordi di frutta matura (pesche bianche, frutta tropicale, buccia di agrumi e molto altro ancora) di grande qualità e piacevolezza. Chapeau, per la bocca, dove non ha alcun cedimento ed addirittura mostra i muscoli. Chapeau, infine, per tutta l'azienda Felluga che ogni anno ci regala questo grande bianco in grado di mettere in seria difficoltà qualsiasi blasonato rivale, in Italia ed oltralpe.
VOTO 92/100

 
un'ultima inquadratura per le sei bottiglie di Terre Alte, ormai vuote .......
 
Testi e foto: Daniele Bartolozzi

| Lorenzo | Menù | Terre alte in verticale |